03.06.2024
Le famiglie della generazione “sandwich”
Federazione per il Sociale e la Sanità
Le famiglie stanno cambiando. E le nuove costellazioni familiari, che siano monogenitoriali, omogenitoriali, patchwork o nate da tecniche di procreazione medicalmente assistita, in quanto considerate "diverse", vanno incontro a sfide continue. Modelli troppo rigidi comportano alti costi per gli individui o le famiglie, e le politiche sociali a loro rivolte sono carenti e spesso inadeguate, con gravi conseguenze per il futuro di tutti/e.
Di questi temi si è discusso in occasione del convegno “La famiglia che cambia - opportunità e sfide”, organizzato il 15 maggio 2024 a Bolzano dalla Federazione per il Sociale e la Sanità, in collaborazione con l’Alleanza per le Famiglie. L’obiettivo dell’evento è stato quello di coinvolgere in prima linea le associazioni altoatesine che lavorano a stretto contatto con le famiglie per mettere in luce le loro difficoltà ed esigenze e fornire indicazioni alle politiche famigliari allo scopo di formulare misure concrete di miglioramento.
Il convegno è stato aperto dai saluti di Roberta Rigamonti, vicepresidente della Federazione per il Sociale e la Sanità, Christa Ladurner, portavoce dell’Alleanza per le Famiglie, seguito dai interventi di Rosmarie Pamer, vicepresidente della Provincia e assessora provinciale alla Coesione sociale, Famiglia e Volontariato, Juri Andriollo, assessore comunale alle Politiche Sociali, al Tempo libero e allo Sport, e Daniela Höller, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza in Alto Adige.
Un’occasione per fare il punto sui nuovi modelli di famiglia che interessano l’Italia contemporanea a partire dai dati demografici più recenti, è stato l’intervento di Agnese Vitali, professoressa associata di demografia presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università di Trento, che ha aperto il convegno. Premesso che una famiglia può essere costituita anche da una sola persona – la famiglia composta da genitori e figli oggi rappresenta meno di una famiglia su tre, spiega Vitali – oggi ci troviamo di fronte alla generazione “sandwich”, che si prende cura simultaneamente di genitori anziani e figli piccoli, genitori anziani e adulti ma non ancora indipendenti e genitori anziani e nipoti.
La famiglia è decisamente qualcosa di più complesso che “papà, mamma e bambini”, come vuole la visione tradizionalmente adottata. La prima sessione del convegno ha proposto una fotografia delle variegate modalità di sperimentare e fare famiglia, grazie agli interventi delle rappresentanti di varie associazioni. Michela de Santi, dell'associazione Amici dei Bambini, ha riportato le sfide nell'ambito dell'accoglienza dei minori nelle famiglie. Johanna Mitterhofer, dell'associazione Famiglie Arcobaleno, ha fatto il punto sull'inadeguatezza della legislazione attuale per le famiglie arcobaleno. Anche nel caso delle famiglie monogenitoriali le politiche famigliari devono essere aggiornate, ha raccontata Josefa Romy Brugger, dell'Associazione perle famiglie monogenitoriali. Manuela Targa, dell’Associazione Donne Nissà, ha chiuso la sessione con una riflessione sui cambiamenti nella composizione delle famiglie con background migratorio, ed in particolare sul mutato ruolo delle donne.
Anche le aspettative sociali sui rapporti e le identità di genere sono molto cambiati, e questo ha portato ad un’evoluzione nell’organizzazione quotidiana delle famiglie e nei loro processi di inserimento nel contesto sociale. La seconda sessione ha esplorato questo tema a partire da una riflessione sui cambiamenti strutturali della famiglia come luogo di cura, proposta da Sara Passler della Rete dei Centri Genitori Bambini; a seguire Heidrun Goller, della Consulta provinciale dei Genitori, ha affrontato il tema della responsabilità del contesto scolastico nell'educazione dei bambini e delle bambine. II mutato e sempre più centrale ruolo dei padri e stato invece esplorato da Matthias Oberbacher, della Katholische Männerbewegung. lnfine Samantha Endrizzi, dell’Associazione cristiana famiglie sudtirolesi (Katholischer Familienverband) ha ribadito l'importanza di mettere Ia famiglia al centro della società.
Se le politiche sociali sono poco attente nei confronti di chi ha figli, lo sono ancora meno nei confronti di chi ha forti responsabilità di cura verso una persona fragile e/o non autosufficiente. L'ultima sessione, incentrata sulle relazioni di cura, ha visto una riflessione di Angelika Stampfl e lrmhild Beelen, dell'associazione Genitori attivi per l'inclusione delle persone con disabilità, sul lavoro di cura e sulla compatibilità tra famiglia e professione nelle famiglie con figli con disabilità. La cura delle persone fragili in relazione ai cambiamenti della famiglia, ed in particolare il ruolo dell'amministratore di sostegno, è stato il tema proposte da Roberta Rigamonti, dell'Associazione per I'Amministrazione di Sostegno.
Ha chiuso il convegno una tavola rotonda composta da Luigi Loddi e Georg Leimstädtner della Federazione per il Sociale e la Sanità, Christa Ladurner dell’Alleanza per le famiglie, Stefan Eikemann del Consultorio famigliare e Michela Morandini del Dipartimento Coesione sociale, Famiglia, Anziani, Cooperative e Volontariato. A discapito della crescente centralità che la famiglia ha assunto nel dibattito e nell’intervento pubblico, in Italia la normativa giuridica e le politiche sociali continuano a dare per scontata una famiglia che non è più il modello prevalente. A partire dagli spunti proposti dai relatori e dalle relatrici, sono state quindi discusse possibili soluzioni per formulare misure concrete di miglioramento delle politiche rivolte alle nuove famiglie. L’evoluzione dei diversi modelli di ruolo e gli effetti che ne derivano comportano numerose sfide per le associazioni del terzo settore: per affrontarle è necessario puntare sulla funzione educativa delle politiche familiari attraverso programmi mirati di sensibilizzazione ed educazione ed incentivare e finanziare le iniziative riguardanti la conciliazione famiglia-lavoro in relazione alle trasformazioni sociali e familiari, in particolare laddove sono presenti situazioni di fragilità. Tutti i presenti hanno concordato sull'importanza di collaborare nel trovare un linguaggio comune per affrontare le sfide delle famiglie in transizione.
Di questi temi si è discusso in occasione del convegno “La famiglia che cambia - opportunità e sfide”, organizzato il 15 maggio 2024 a Bolzano dalla Federazione per il Sociale e la Sanità, in collaborazione con l’Alleanza per le Famiglie. L’obiettivo dell’evento è stato quello di coinvolgere in prima linea le associazioni altoatesine che lavorano a stretto contatto con le famiglie per mettere in luce le loro difficoltà ed esigenze e fornire indicazioni alle politiche famigliari allo scopo di formulare misure concrete di miglioramento.
Il convegno è stato aperto dai saluti di Roberta Rigamonti, vicepresidente della Federazione per il Sociale e la Sanità, Christa Ladurner, portavoce dell’Alleanza per le Famiglie, seguito dai interventi di Rosmarie Pamer, vicepresidente della Provincia e assessora provinciale alla Coesione sociale, Famiglia e Volontariato, Juri Andriollo, assessore comunale alle Politiche Sociali, al Tempo libero e allo Sport, e Daniela Höller, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza in Alto Adige.
Un’occasione per fare il punto sui nuovi modelli di famiglia che interessano l’Italia contemporanea a partire dai dati demografici più recenti, è stato l’intervento di Agnese Vitali, professoressa associata di demografia presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università di Trento, che ha aperto il convegno. Premesso che una famiglia può essere costituita anche da una sola persona – la famiglia composta da genitori e figli oggi rappresenta meno di una famiglia su tre, spiega Vitali – oggi ci troviamo di fronte alla generazione “sandwich”, che si prende cura simultaneamente di genitori anziani e figli piccoli, genitori anziani e adulti ma non ancora indipendenti e genitori anziani e nipoti.
La famiglia è decisamente qualcosa di più complesso che “papà, mamma e bambini”, come vuole la visione tradizionalmente adottata. La prima sessione del convegno ha proposto una fotografia delle variegate modalità di sperimentare e fare famiglia, grazie agli interventi delle rappresentanti di varie associazioni. Michela de Santi, dell'associazione Amici dei Bambini, ha riportato le sfide nell'ambito dell'accoglienza dei minori nelle famiglie. Johanna Mitterhofer, dell'associazione Famiglie Arcobaleno, ha fatto il punto sull'inadeguatezza della legislazione attuale per le famiglie arcobaleno. Anche nel caso delle famiglie monogenitoriali le politiche famigliari devono essere aggiornate, ha raccontata Josefa Romy Brugger, dell'Associazione perle famiglie monogenitoriali. Manuela Targa, dell’Associazione Donne Nissà, ha chiuso la sessione con una riflessione sui cambiamenti nella composizione delle famiglie con background migratorio, ed in particolare sul mutato ruolo delle donne.
Anche le aspettative sociali sui rapporti e le identità di genere sono molto cambiati, e questo ha portato ad un’evoluzione nell’organizzazione quotidiana delle famiglie e nei loro processi di inserimento nel contesto sociale. La seconda sessione ha esplorato questo tema a partire da una riflessione sui cambiamenti strutturali della famiglia come luogo di cura, proposta da Sara Passler della Rete dei Centri Genitori Bambini; a seguire Heidrun Goller, della Consulta provinciale dei Genitori, ha affrontato il tema della responsabilità del contesto scolastico nell'educazione dei bambini e delle bambine. II mutato e sempre più centrale ruolo dei padri e stato invece esplorato da Matthias Oberbacher, della Katholische Männerbewegung. lnfine Samantha Endrizzi, dell’Associazione cristiana famiglie sudtirolesi (Katholischer Familienverband) ha ribadito l'importanza di mettere Ia famiglia al centro della società.
Se le politiche sociali sono poco attente nei confronti di chi ha figli, lo sono ancora meno nei confronti di chi ha forti responsabilità di cura verso una persona fragile e/o non autosufficiente. L'ultima sessione, incentrata sulle relazioni di cura, ha visto una riflessione di Angelika Stampfl e lrmhild Beelen, dell'associazione Genitori attivi per l'inclusione delle persone con disabilità, sul lavoro di cura e sulla compatibilità tra famiglia e professione nelle famiglie con figli con disabilità. La cura delle persone fragili in relazione ai cambiamenti della famiglia, ed in particolare il ruolo dell'amministratore di sostegno, è stato il tema proposte da Roberta Rigamonti, dell'Associazione per I'Amministrazione di Sostegno.
Ha chiuso il convegno una tavola rotonda composta da Luigi Loddi e Georg Leimstädtner della Federazione per il Sociale e la Sanità, Christa Ladurner dell’Alleanza per le famiglie, Stefan Eikemann del Consultorio famigliare e Michela Morandini del Dipartimento Coesione sociale, Famiglia, Anziani, Cooperative e Volontariato. A discapito della crescente centralità che la famiglia ha assunto nel dibattito e nell’intervento pubblico, in Italia la normativa giuridica e le politiche sociali continuano a dare per scontata una famiglia che non è più il modello prevalente. A partire dagli spunti proposti dai relatori e dalle relatrici, sono state quindi discusse possibili soluzioni per formulare misure concrete di miglioramento delle politiche rivolte alle nuove famiglie. L’evoluzione dei diversi modelli di ruolo e gli effetti che ne derivano comportano numerose sfide per le associazioni del terzo settore: per affrontarle è necessario puntare sulla funzione educativa delle politiche familiari attraverso programmi mirati di sensibilizzazione ed educazione ed incentivare e finanziare le iniziative riguardanti la conciliazione famiglia-lavoro in relazione alle trasformazioni sociali e familiari, in particolare laddove sono presenti situazioni di fragilità. Tutti i presenti hanno concordato sull'importanza di collaborare nel trovare un linguaggio comune per affrontare le sfide delle famiglie in transizione.
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